La corona è la porzione del dente visibile all’interno del cavo orale. Essa è costituita negli strati più profondi dalla polpa, contenuta nella camera pulpare, attorno a questa si trova uno strato di dentina, a sua volta ricoperta da smalto. Quest’ultimo strato è il più esterno e quello comunemente visibile. Al di sotto della corona vi sono le radici, separate da essa tramite il colletto, quel margine nel quale avviene il passaggio da smalto a cemento, altrimenti detto giunzione amelo-cementizia.
Deve inoltre essere considerata la differenza fra la corona anatomica e la corona clinica: la corona anatomica è la cosiddetta corona che su un piano verticale origina a livello della giunzione amelo-cementizia e termina più occlusalmente con il piano occlusale; la corona clinica è invece la corona che il clinico, ossia ad esempio l’odontoiatra, considera ai fini terapeutici e clinici, ed è considerata la porzione del dente visibile al di fuori dell’apparato parodontale: in questo caso può coincidere con la corona anatomica, ma può anche non coincidere: in un caso può essere più lunga sul piano verticale perché ad esempio il soggetto ha problemi parodontali come una recessione gengivale ed ossea in seguito a malattia parodontale: ciò fa sì che ad esempio si possa osservare a occhio nudo anche parte della radice anatomica che normalmente è rivestita esternamente da cemento e dovrebbe essere nascosta all’interno dell’osso: in questo caso la radice anatomica non è considerata come tale, ma viene inclusa nel concetto di corona clinica, anche se da un punto di vista anatomico e istologico è differente. Ci possono essere poi anche casi invece di situazione opposta, ossia che prevedono una corona clinica minore come dimensioni sul piano verticale rispetto alla corona anatomica, potrebbe ad esempio essere dovuto a ritenzione o inclusione dentaria.
La sua forma varia considerevolmente da un dente all’altro, nonché presenta notevole variabilità anatomica individuale. Generalmente è possibile riconoscere cinque lati su ogni corona, più o meno accentuati: il lato vestibolare, la faccia anteriore dei denti; il lato palatino o linguale, la faccia interna del dente; le due facce laterali rispettivamente quella mesiale, ossia quella orientata verso il centro dell’arcata dentaria, e quella distale, opposta a mesiale; infine v’è il lato occlusale che è rivolto verso il piano della masticazione.
Gli incisivi hanno una corona di forma grossolanamente cuneiforme con una superficie occlusale molto ridotta, difatti in questo caso si parla di margine occlusale. La corona dei canini è piramidale con apice rivolto verso occlusale. I premolari hanno forma cilindrica e visti dal lato occlusale mostrano due cuspidi mentre i molari, con forma cuboide, hanno dalle quattro alle cinque cuspidi.
Per varie cause l’integrità del dente può venire meno, de il dano è relativamente ridotto il dente può essere restaurato con metodiche conservative (otturazioni) ma se il danno è più grave (per esempio nel caso sia necessario devitalizzare il dente) è necessario ricostruire la corona dentaria con una “capsula” protettiva.
Queste capsule furono inizialmente prodotte in metallo (solitamente Oro in fusione a cera persa per la sua facilità di lavorazione, ma anche acciaio stampato a freddo), e cementate con cementi al fosfato di Zinco o all’eugenolato di Zinco.
Dagli anni 50 si iniziò a rendere più estetica la corona applicando una faccetta in resina acrilica alla parte visibile. Un forte aumento del costo della materia prima fece passare all’utilizzo di leghe palladiate (Ag, Pd, Pt, Au) più leggere e meno costose.
L’avvento della ceramizzazione della parte estetica fece si che i metalli subissero una evoluzione (dovevano resistere a temperature più elevate) solitamente con inserimento di Platino oppure cambiando completamente metallo: la fuzione in acciaio medicale. Le caratteistiche migliorative dell’acciaio furono parzialmente comprese. La maggiore difficoltà di fusione e di ceramizzazione era compensata da migliori caratteristiche fisiche (durezza e rigidità) e leggerezza. Successivamente alla preparazione della travata metallica veniva cotta al di sopra la ceramica in vari strati (opachi, dentinali e smaltei) con differenti colorazioni e trasparenza per mimare al meglio il colore dei denti naturali.
L’ultima evoluzione della tecnica permette di ottenere corone completamente in ceramica (vari tipi con caratteristiche fisiche ed estetiche differenti) ma completamente bianche (o meglio: del colore del dente, che non è mai bianco), e che noi utilizziamo in maniera esclusiva. Queste possono essere prodotte con tecniche classiche (cera persa e poi pressatura della ceramica resa fluida) o cad cam (impronta con scanner intraorale e fabbricazione della corona tramite software e fresatore a 5 assi).